Credo di essere troppo concentrato sui particolari. In generale, focalizzarsi sul dettaglio credo sia per me deleterio. Probabilmente centra qualcosa con il disturbo ossessivo-compulsivo, probabilmente mi sono accorto di una deriva se non letale, probabilmente molto lesiva. IL suono di chitarra. QUEL particolare livello di eq sulla cassa. QUEL ritardo. QUELLA cosa. Invece, piuttosto, la visione d'insieme è il vero denominatore del genio artistico, perlomeno in senso classico. Credo maestro dell'equilibrio in questo senso sia la Commedia di Dante, la capacità di manovrare ogni dettaglio verso il vero Disegno. Che poi il senso VERO dell'opera d'arte è nel contrario, nell'impressione che lascia di aver assistito a una equazione divina nella quale è il DISEGNO a manovrare
per sua intrinseca capacità e per necessità ogni dettaglio. E il piacere profondo di seguire
ogni segmento dell'infinito dipanarsi del particolare verso un movimento generale tuttavia naturale. E' lo stupore davanti a una trama perfettamente strutturata, lo sgomento di CAPIRE in un attimo TUTTO con il colpo d'occhio, apprezzare il disegno di vene e arterie per la sua elementare e perfettamente efficente finalità. L'arte classica, quella vera, giace nel bisogno di vedere almeno riprodotto l'ordine delle cose così come ci immaginiamo (o si immaginavano) che debba essere, come
dovrebbe. La realtà come possibilità, significato della creatività, è un dovere all'artista.
Mi dovrei dunque conentrare di più su cosa potrei fare di nuovo, piuttosto sul che cosa avrei potuto fare.
Credo.
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