lunedì 26 ottobre 2009

Mi sento un pò stronzo. Perifrasi Italiane, parte I.

Mi sento un pò stronzo.
Poi ci penso bene, e mi sento ancora più stronzo.
Ma perché?

Orazio parlava dell'Aurea Mediocritas. L'equilibrio, la perfezione è nel mezzo. Oggi, gli anni zero ci regalano una Verità ancor più superiore e illuminante: la perfezione è nell'essere mezzo. Mezzo uomo, mezzo cittadino, mezzo imprenditore e mezzo puttaniere. Ma questa non è una filosofia dell'ibrido, questa è la visione nullificante dei tempi bui in cui noi brancoliamo.
Sto in mezzo, faccio impicci, che cazzo ne sai te, che te serve - te rimedio tutto.
Non c'è più volontà di mordere, di emergere (in maniera sana), di creare. Colpire.
Prendi la tv. Prendi Colorado Cafè. Prendi Zelig. Prendi la miseria comica che gira là dentro. Consumati mestieranti che scimmiottano le idiosincrasie degli idioti italioti. Anche il più bravo dei commedianti, non ti lascia nient'altro che l'eco di una risata a rimbombare nel tuo cervello vuoto. Dov'è Guzzanti, uno che l'italiano lo inghiotte per risputarlo in una girandola dissacratoria, in un grottesco massacro di servi e potenti? Dov'è Luttazzi, caustico fino ad essere corrosivo, fastidioso e ributtante? Dov'è che le parole diventano sferza artistica, convulsione creativa, nuova e sempre in movimento, visione, fastidio, indignazione, critica, senso civile e civico? A teatro. Sono tutti in giro per l'Italia, a teatro. Chi non li ha mai visti, non li potrà mai vedere, perché non li vorrà mai vedere. Chi non li ha mai visti, non vorrà mai conoscere il benefico effetto di una risata veramente azzerante, assassina. Lo specchio deformante della parola satirica, la poetica del paradosso, la coscienza di avere un'opinione propria.

E poi, un'altra domanda.

Dove sono i musicisti italiani?
Sento una musica, lieve, levarsi dalla finestra del mio vicino di casa.

...nanana...

giovedì 23 luglio 2009

Considerazioni

Credo di essere troppo concentrato sui particolari. In generale, focalizzarsi sul dettaglio credo sia per me deleterio. Probabilmente centra qualcosa con il disturbo ossessivo-compulsivo, probabilmente mi sono accorto di una deriva se non letale, probabilmente molto lesiva. IL suono di chitarra. QUEL particolare livello di eq sulla cassa. QUEL ritardo. QUELLA cosa. Invece, piuttosto, la visione d'insieme è il vero denominatore del genio artistico, perlomeno in senso classico. Credo maestro dell'equilibrio in questo senso sia la Commedia di Dante, la capacità di manovrare ogni dettaglio verso il vero Disegno. Che poi il senso VERO dell'opera d'arte è nel contrario, nell'impressione che lascia di aver assistito a una equazione divina nella quale è il DISEGNO a manovrare per sua intrinseca capacità e per necessità ogni dettaglio. E il piacere profondo di seguire ogni segmento dell'infinito dipanarsi del particolare verso un movimento generale tuttavia naturale. E' lo stupore davanti a una trama perfettamente strutturata, lo sgomento di CAPIRE in un attimo TUTTO con il colpo d'occhio, apprezzare il disegno di vene e arterie per la sua elementare e perfettamente efficente finalità. L'arte classica, quella vera, giace nel bisogno di vedere almeno riprodotto l'ordine delle cose così come ci immaginiamo (o si immaginavano) che debba essere, come dovrebbe. La realtà come possibilità, significato della creatività, è un dovere all'artista.

Mi dovrei dunque conentrare di più su cosa potrei fare di nuovo, piuttosto sul che cosa avrei potuto fare.

Credo.

giovedì 30 aprile 2009

Bonjour Paris! (postdatato)

In questo istante esatto sono a Parigi. Ieri sera si sono consumati i fumi dell'ultima performance inglese. Che aveva piacevolmente assunto i contorni di un deja-vu hyppato. Come una settimana fa, ma con più gente, show ancora migliore e più soddisfazione. Quando le spogliarelliste ti chiedono di bere qualcosa dopo aver caricato gli strumenti (ok ok, non a me), l'apice della tua carriera può dirsi segnato.

Quello che succede dopo, è amministrazione da professionisti della scomodità: Weston/Dover si consuma in una tratta notturna dai risvolti allucinatori (cioè molte scorregge), Dover/Parigi segna il passaggio dalla verdissima Inghilterra alla verde Francia (ogni tanto si incrociano i profili delle centrali nucleari). A Parigi ci attende il nostro usbergo notturno, casa della (gentilissima) cugina di Helio. Abbiamo la fortuna di fare un giro panoramico della città dal Burgone.





Arrivati alla casa, ci ficchiamo dentro e da veri maschi italiani non usicamo più dalla nostra tana bohemiénne.

Le jour aprés, si prende il cafè, e ci si imbarca per la tratta Parigi-Roma. Non ne voglio parlare. Anche perchè mi sono stuccato tutta la prima serie di Reaper e non mi ricordo molto altro.


Dal momento che sto per iniziare a leggere l'introduzione alla filosofia di Jaspers, prometto che i contenuti di questo blog registreranno un incrememento della portata culturale delle riflessioni qui registrate.

Per ora però sono solo interessato ai nachos con queso. Ma questa è un'altra storia.

martedì 28 aprile 2009

Caplutano, mio Caplutano


La capacità di adattamento e predominazione del territorio è nell'esemplare Italico dote peculiare. Cioè, vado all'ostello, mi installo nel salone dell'ostello, non me ne vado mai più dal salone dell'ostello [stiamo così dalle ore 16.30]
PS: SOLO con il wiFI.

"E' come stare in prigione, solo che lì le probabilità di avere un rapporto sessuale completo sono più alte"
L. Marini


lunedì 27 aprile 2009

Tamburi d'Africa in terra d'Albione.

Oggi è giorno di riposo. Così tanto riposo che faccio quasi schifo e al contempo ne sono commosso.

Ammetto che nei post precedenti il contenuto dei fatti realmente accaduti possa essere stato percepito in maniera quantomeno fumosa. Faccio perciò marcia indietro e con un consumato espediente narrativo mi accingo al riassunto delle puntate precedenti.

Francesco, 25 anni, disoccupato occupatissimo. Mi ritrovo spesso a guadagnare discrete quantità di denaro che non possiedo mai, poichè sono sempre in mano di Helio. Helio non solo è il manager dei miei soldi, ma dei soldi di altre persone. E' anche bassista della band in cui suono.
Sono laureato, a volte mi piacerebbe approfondire tematiche filosofico/letterarie di natura complessa ed esiziale, ma il mio uditorio è spesso ridotto a un branco di vecchi scorreggioni. La mia tesi di laurea trattava la tematica del candore come categoria poetica ed esistenziale. La mia vita tratta con persone di alta e bassa statura, basso lignaggio, spesso basso linguaggio. Il candore per ora è invisibile agli occhi.

Mi ritrovo in questi scalmanati giorni ad essere trasportato da un furgone Fiat Ducato Panorama in giro per la verde (verdissima per la verità) Inghilterra. Al contempo, una splendida ma dura esperienza lavorativa ed esistenziale. Per la cronaca, DECISAMENTE più esistenziale dal momento che per lavorare devi essere pagato, e finora la somma più alta di denaro che mi sono ritrovato per le mani sono stati 3 pound per mangiare (la fao forse non sa che non esiste nulla da mangiare per 3 pound).

Con la band (The Electric Diorama) stiamo in giro per un pò di date in UK. Finora il numero di spettatori di ogni show aveva in comune il fatto di essere divisibile per sé stesso e di avere una oscura relazione con il numero di Fibonacci. Date memorabili: Weston-super-Mare (fatto 1: tanto memorabile che ci rivogliono là dopodomani; fatto 2: il locale è ubicato appena sotto un strip club), e il Priory di Reigate (tanta gente, tanto divertimento, e un promoter che si chiama Luigi D'Andrea).

Questi giorni sono stati segnati da tanto cibo in scatola. E tanta flatulenza, soprattutto da un maligno ed irresistible personaggio rispondente al nome di Stokes, compagno di ventura dei nostri compagni di ventura In the Long Run (band di London South) durante questo minitour. Se è stato soprannominato Scorreggioni (da pronunciarsi con accento Cockney) un motivo c'è. La sua inclinazione verso la nudità in luogo pubblico ha qualcosa di morboso, tant'è che ho scoperto che c'è una lieve differenza tra essere biondi ed essere depilati. Wow, eh?

Tante le cose accadute di cui non posso fare menzione. Tipo i tamburi d'Africa.

A volte ho avuto la pazienza di immortalare alcuni passaggi cruciali delle nostre esperienze anglosassoni. Eccone alcune:

Le bianche scogliere di Dover, laggiù.



Tickets originali, mate.

Oasis @ The Rock Gardens



My Chemical Romance @ The Rock Gardens

Aerosmith @ The Rock Gardens



@ the beach, Weston-super-mare

Leicester Square, Leicester

Barboni a Londra

Band & Breakfast

Sarà la quinta o sesta data in Inghilterra. Fuckin' amazing. La gente è cortese, la musica piace. Vorrei solo mangiare un pò più di cibo vero e caldo.

martedì 21 aprile 2009

Uomo alla Coque

Esigenze e contingenze che spingono un uomo alla condivisione delle sua personale e intima visione delle cose del mondo bla bla bla bla bla bla bla bla per ora non mi interessa parlarne.

Ci tengo a farvi un résumé delle più recenti vicende della mia esistenza. Mi sono recentemente laureato, sono andato in America, sono tornato dall'America, sono partito per l'Inghilterra e non sono ancora tornato. I miei detrattori, alcuni dei quali presenti anche nella mia band - per esempio sotto le spoglie di Marini Luca, sostengono che il mezzo di ritorno più probabile sarà in una bara, poichè spacciarsi morti è sicuramente il mezzo più economico per rimpatriare. Si sa, i morti raramente pagano. Spero Lazzaro non avesse debiti.

Il problema economico è al momento il più pressante. La crisi economica dilagante non risparmia neanche il mio conto color rosso rubino. In effetti, è stato approntato un piano anticrisi insieme al Ministero del Dolore (presieduto dal Dott. Poggioli), consistente in una dieta a base di economico cibo in scatola e astinenza dalla prostituzione (non tanto quella usufruita quanto quella praticata).

Il primo giorno di viaggio, Roma-Basilea, si è per me consumato in una vasta consultazione della prima serie di Chuck (grazie Michéle), ed è terminato con una piacevole permanenza all'ostello YMCA. Bello largo pulito. Bel posto la Svizzera.

Il secondo giorno di viaggio, Basilea-Boulogne sur la Mer, ha concluso la consultazione della prima serie di Chuck e confermato una adolescenziale infatuazione per la co-protagonista (scusa Michéle). la giornata è terminata tra le coltri dell'hotel Premiére Classe (nome omen un cazzo). Un immagine vale più di mille parole, un video ne è la traduzione matematicamente esponenziale. A voi il documento (con testimonianza audio degli effetti dell'economia di risparmio sui generi alimentari):




Dopodichè stamattina si parte, si attraversa la manica in nave (mentre continuo a seguire avidamente Chuck), si ammira per un breve, poetico momento il commovente candore delle scogliere di Dover. Rifletto sul fatto che i miei capelli sono sporchi. Sono stanco torno in furgone. Verso Cambridge, il tempo inaspettatamente ci assiste, e inusulamente l'Inghilterra ci riserva uno splendido, pigro pomeriggio di sole, che tuttore perdura.

Nel momento in cui scrivo sono al nostro primo locale inglese. Piccolo, spoglio ma accogliente, pieno di inglesi. Saltano all'orecchio le diferenze di pronuncia tra Yankees e Cokneys. La band sembra simpatica. Il nostro soundcheck è stato piuttosto una merda, ma finchè mi sorridono sono contento. Mi manca la pasta.

Mi manca la pasta.